Attaccamento mamma bambino: le origini della sicurezza

Attaccamento mamma bambino: le origini della sicurezza

L’attaccamento mamma bambino ha un significato evolutivo. Fin dalle prime interazioni con papà e mamma nei bimbi cominciano a formarsi delle convinzioni su di sé e sull’ambiente che abitano.

“Io sono degno d’amore?” ,“Il mondo è un posto in cui si sta bene?” ,“Gli altri sono affidabili?” sono domande che si collegano direttamente col tipo di cure genitoriali che ciascuno di noi ha ricevuto.

In questo articolo per comodità mi riferirò alla madre, ma tutto è valido per qualsiasi figura di accudimento significativa.

Lo scopo principale della vita, dal punto di vista evolutivo, è perpetuare la vita stessa. I cuccioli umani nascono incompleti: non sanno camminare, non sanno procurarsi il cibo da soli, non sanno ripararsi dal freddo e così via. Gli umani dunque sono ad alto rischio di morte. Ma hanno un modo super efficace per proteggersi, che la natura gli ha fornito: i piccoli piangono! Anzi, strillano!

Questo comportamento permette la sopravvivenza della specie. Se il bambino non piangesse per segnalare alla madre i suoi stati di disagio rischierebbe di non essere nutrito, cambiato, riscaldato o raffreddato, calmato, stimolato.

Pietra miliare in letteratura sono gli studi di René Spitz che aveva osservato i bambini in orfanotrofio. Essi erano perfettamente curati e nutriti dal punto di vista fisico, ma senza figure di accudimento preferite si lasciavano morire. Il corpo non riusciva più a regolarsi e deperiva. Loro dopo un po’ smettevano di piangere.

Per questo io dico sempre che finché c’è protesta c’è speranza.

L’attaccamento mamma bambino è un sistema motivazionale

Il pianto è ciò che richiama la prossimità fisica dei nostri genitori o di un’atra figura preferita. Quando un bambino piange l’adulto si avvicina e lo aiuta. Quando un bimbo piange o ha bisogno si attiva il sistema motivazionale dell’attaccamento. Ad esso corrisponde il sistema dell’accudimento, che si attiva nei genitori quando sentono il loro bambino che li chiama e sono spinti ad aiutarlo.

Il sistema dell’attaccamento mamma bambino si disattiva quando viene soddisfatto grazie all’attivazione del sistema di accudimento dell’adulto; lascia così il posto alla riattivazione del sistema esplorativo. In uno schema ideale un bambino che sta giocando si spaventa, corre da mamma che lo accudisce, si rassicura, si divincola dalle sue braccia e ricomincia ad esplorare il mondo, tornando a giocare. Questo, in sintesi, è quello che succede quando le cose “funzionano bene”.

I neonati umani sono definiti “portati attivi” come le scimmie: non si muovono in autonomia (come per esempio i cavalli) ma solo portati da qualcuno; però si aggrappano, diversamente dai marsupiali. Sembra proprio la rappresentazione dell’attaccamento mamma bambino. Il piccolo umano è sì portato, attaccato al corpo materno, al sicuro fra le braccia di chi lo accudisce. Ma è attivo, si aggrappa, si tiene. Cioè comunica continuamente il suo bisogno di rimanere lì fra quelle braccia. Basti pensare a quanti micro aggiustamenti continui mamma e bambino devono compiere per mantenere l’equilibrio quando uno è in braccio all’altro.

Classificare l’attaccamento mamma bambino: la strange situation

Il costrutto dell’attaccamento è qualcosa che ha a che fare con la sicurezza.

L’attaccamento mamma bambino si classifica attraverso la Strange situation, una procedura standardizzata in cui si osserva il comportamento del bambino. Si effettua intorno ai 12 mesi del bambino e in una stanza di laboratorio. La procedura è divisa in 8 momenti da 3 minuti ciascuno; avvengono due separazioni e due ricongiungimenti tra mamma e bambino. Gli sperimentatori osservano come si comporta il bambino quando la mamma si allontana e poi come si comporta quando rientra.

I tipi di attaccamento mamma bambino

In letteratura si descrivono 4 tipi di attaccamento mamma bambino: attaccamento mamma bambino sicuro, insicuro evitante, insicuro ambivalente e insicuro disorganizzato. La realtà è complessa e sfumata e con ogni figura di accudimento si possono avere tipi di attaccamento diversi. A grandi linee però questo è lo schema che ci interessa.

I bambini il cui attaccamento verrà classificato come sicuro al momento della separazione piangono. Questa è la cosa migliore che possono fare dal punto di vista evolutivo. Al ricongiungimento cercano la vicinanza della madre per essere consolati e poi, una volta calmi, ricominciano a giocare nell’ambiente. Anche questa è la cosa migliore che possano fare dal punto di vista evolutivo. In sostanza c’è equilibrio tra il sistema dell’attaccamento e quello esplorativo.

Nell’attaccamento mamma bambino ambivalente i bimbi piangono alla separazione ma non si lasciano consolare al rientro, non riescono a calmarsi e ricominciare a giocare. Mandano alle madri un messaggio del tipo: “Io sto qui vicino vicino, non ti mollo così sono sicuro che tu non te ne andrai senza di me”. Il sistema dell’attaccamento rimane attivo mentre viene inibito quello esplorativo.

Se l’attaccamento mamma bambino è evitante invece i bambini non piangono alla separazione, continuano a giocare apparentemente indifferenti, senza lamentarsi. Ma sono bimbi di un anno, soli in un contesto sconosciuto, con una persona sconosciuta: qualcosa stona. Se si misurano i loro parametri fisiologici (tipo sudorazione, battito cardiaco eccetera) si rileva quanto sono sotto stress, anche se dal di fuori sembrano tranquilli. Quando la mamma rientra la ignorano, continuano a giocare senza cercarla. Il sistema esplorativo è attivo, a discapito di quello dell’attaccamento.

Organizzazione e disorganizzazione dell’attaccamento mamma bambino

Queste forme di reazione alla separazione sono  funzionali a ciò che i bambini hanno evidentemente imparato nel corso dei loro primi mesi di vita. Queste mamme sono presenti più probabilmente così che in un altro modo. Forse le mamme dei bambini ambivalenti stanno più vicine quando il figlio è inconsolabile; forse le mamme dei bambini evitanti reggono meglio un bambino che non piange, altrimenti forse lo rifiutano. Comunque i bambini si assicurano la presenza materna e quindi la loro sopravvivenza. Questi comportamenti sono coerenti e organizzati: si crea uno schema prevedibile da entrambi e che si ripete in molte occasioni.

I bambini con attaccamento disorganizzato sono invece imprevedibili, come imprevedibili sono le loro mamme. Un momento piangono, un altro ridono, un altro giocano, un altro si accasciano, un altro si bloccano. Cercano la mamma, poi la ignorano, poi si voltano pur standole attaccati. Anche le mamme hanno un comportamento imprevedibile: si bloccano, si avvicinano, ridono al pianto del bambino, non parlano, restano rigide. Sono molto spesso mamme spaventate, con traumi pregressi alle spalle. Purtroppo non riescono a gestire dentro di sé (e quindi neanche nel loro bambino) i bisogni attivati dal sistema dell’attaccamento.

Così gli obiettivi di attaccamento variano continuamente, non sono dati una volta per tutte. È come se il sistema dell’attaccamento fosse in corto circuito. Madri traumatizzate dunque avranno molto probabilmente figli traumatizzati. E’ così che il circolo del trauma si perpetua tra le generazioni, a meno che non intervenga qualche fattore protettivo e di elaborazione.

Valutare l’attaccamento mamma bambino

Mi preme sottolineare che non si possono riportare i risultati in un’altra situazione e in un’altra età anche se è una tentazione per i genitori. L’attaccamento si misura con la strange situation, non osservando l’ingresso al nido o il comportamento con la nonna. Le età sono diverse, le maestre e gli ambienti conosciuti ecc. Sarebbe come fare gli esami del sangue a un bambino raccogliendoli nella scodella di casa invece che nella siringa sterile e analizzarli coi parametri dell’adulto. Il risultato sarebbe illeggibile.

Le conseguenze dell’attaccamento mamma bambino sullo sviluppo della personalità

L’attaccamento mamma bambino influisce sullo sviluppo della personalità perché le esperienze ripetute di accudimento creano una rete di pensieri e sentimenti su di sé. Penserà“Io valgo e merito comprensione” se l’attaccamento è sicuro. Penserà invece “Sono impotente”, “Devo stare allerta”, “Nessuno mi amerà” se è insicuro. Il modo prevalente in cui il genitore risponde alle richieste di aiuto del figlio andrà a costituire la sua mappa affettiva e cognitiva.

Questo passaggio è importante: il punto è ciò che accade frequentemente, come modalità prevalente. Cosa accade di solito quando tuo figlio ti chiede aiuto? Cosa accade di solito quando ha bisogno di te? Se talvolta non hai risposto al suo pianto, o sei andato al cinema invece che rimanere a casa con lui, o non hai rinunciato a quelle cene a cui tenevi non succede niente. Anzi, l’eccessiva rispondenza materna ha a che fare con l’eccesso di controllo e preoccupazione, che correla con l’attaccamento disorganizzato. Dunque non preoccuparti per non aver risposto sempre, non è questo che conta. Winnicott parlava di madri sufficientemente buone, Bowlby di stili di accudimento. Nessuno dice che devi essere sempre presente e rispondente.

Il problema si pone quando le aspettative e le disposizioni affettive sperimentate dai bambini sono prevalentemente negative. Diventando queste automatiche andranno a costruire dei modelli interni di sé e degli altri negativi; si potranno così sviluppare varie tipologie di sintomi e disturbi.

Il lavoro psicologico del genitore

Un insicuro attaccamento mamma bambino si configura come fattore di rischio significativo per lo sviluppo di patologie psichiche. Un attaccamento mamma bambino sicuro è invece un fattore di protezione dalle patologie. Anche per questo è importante che i genitori abbiano elaborato la loro storia e perdonato se stessi, che amino i bambini che sono stati e che possano guardare agli eventi negativi del passato come qualcosa che li ha segnati, ma che è finito. Perché questo ricade direttamente sui loro stili di accudimento e quindi sullo sviluppo psichico dei figli.

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